giovedì 16 gennaio 2020

RECENSIONE "CAVIE" DI Liliana Marchesi

Buongiorno lettori. Anche oggi vi lascio un breve parere di un romanzo che mi aveva incuriosito molto e che sono riuscita a leggere grazie all'autrice con cui ho collaborato. Si tratta di Cavie di Liliana Marchesi pubblicato da La Corte editore, di cui vi ho già parlato in pagina.

Titolo: Cavie
Autrice: Liliana Marchesi
Casa Editrice: La Corte editore
Genere: Distopia
Pagine: 205
Prezzo: 15,90

TRAMA
Cora si risveglia all'interno di una teca di cristallo. Non sa dove si trova, come sia finita lì dentro, e soprattutto non ne capisce il perché. Ma non è sola. Con lei ad affrontare lo stesso incubo c'è Kurtis, un ex soldato che sembra essersi risvegliato poco prima e che, come lei, sembra non ricordare nulla. Hanno tutti e due degli strani tatuaggi sul braccio e ben presto capiranno di essere finiti in un labirinto di prove al limite della sopravvivenza, e che avranno bisogno l'uno dell'altra per superarle. E mentre poco alla volta i ricordi iniziano a riaffiorare, e scomode verità a emergere, dovranno dare fondo a tutte le loro abilità e a ogni goccia del loro coraggio per poter sopravvivere al folle esperimento in cui sono stati catapultati. E scoprire quali segreti si celino dietro quello che viene chiamato "Progetto Pentagono".

RECENSIONE
Cavie mi ha incuriosito fin dalla copertina e pensavo fosse proprio il romanzo distopico/fantascientifico che tanto cercavo da leggere quindi non potevo che essere entusiasta di collaborare con l’autrice per questa lettura. È un testo che mi è piaciuto, l’ho letto tutto d’un fiato in una serata e mi ha rapito nella storia, ma allo stesso tempo mi aspettavo davvero di più visto che il potenziale c’era, ma è rimasto in parte trattenuto, spero che scopriremo di più in un sequel. 

Lo sapete, non sono una fan delle storie lente e troppo descrittive, ma Cavie per quanto si basi tutto sull’adrenalina e su una corsa alla sopravvivenza, mi è apparso quasi troppo frettoloso; avrei preferito quella cinquantina di pagine in più e quel maggior lato “scientifico” diciamo che mi avrebbero permesso di apprezzare al meglio una storia interessante e coinvolgente, leggendone così un maggior sviluppo dei personaggi e una più mite presa di coscienza dei tanti colpi di scena che si susseguono. 


Il testo è narrato in prima persona secondo due Pov, quello di Cora e del suo compagno di avventura Kurtis. Cora si risveglia improvvisamente nuda in una teca di vetro, in un luogo sconosciuto e asettico in cui c’è solo un’altra persona, anche lui totalmente ignaro di cosa stia succedendo. Persino i loro ricordo iniziano ad affiorare solo un po’ alla volta e l’unica cosa che sanno è che devono cercare una via di fuga da questa sorta di laboratorio. Tante sono le domande e le situazioni in apparenza incomprensibili che li portano a ipotizzare un’ibernazione oppure di essere parte di un qualcosa di più grande delle loro vite, forse gli unici sopravvissuti a qualche guerra. Ma nulla è come sembra, realtà ed effetti speciali si mischiano, l’ansia cresce in ogni prova da superare, grazie anche a uno stile di scrittura breve e schietto, con l’introduzione di flashback chiave, ma avrei apprezzato una maggior introspezione e un po’ meno instalove, anche se ho adorato il ruolo abbastanza centrale al “Romance”. La trama è avvincente in questa continua scoperta della verità, un esperimento che mi ricordato subito libri come Shatter me, The Maze Runner, The Last girl o il film più The Island.

VOTO
⭐️⭐️⭐️⭐️-

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