Buongiorno
lettori. Ultimamente sono stata poco presente sul Blog e mi dispiace, ma spero
di ripartire alla grande con l’inizio del mese perché ho in programma
tantissime letture interessanti per Agosto e per Settembre. In ogni caso oggi
parliamo di uno dei libri più chiacchierati su instagram in questo mese, ossia
Ferryman amore eterno di Claire Mcfall, la nuovissima uscita targata Fazi nella collana fantasy young
adult. Libro dalla cover bellissima e con ancora più cura nei dettagli, come si può notare dai disegni a inizio capitolo.
Titolo: Ferryman amore eterno
Autrice: Claire Mcfall
Casa Editrice: Fazi editore
Collana: LainYa
Genere: Young Adult fantasy/retelling mitologico
Pagine: 297
Prezzo: 16,00
TRAMA
Dylan ha quindici anni e quando una mattina decide di andare a trovare il padre, che non vede da molto tempo, la sua vita subisce un drastico cambiamento: il treno su cui viaggia ha un terribile incidente. Dylan sembrerebbe essere l'unica sopravvissuta tra i passeggeri e, una volta uscita, si ritrova in aperta campagna, in mezzo alle colline scozzesi. Intorno non c'è anima viva, a parte un ragazzo seduto sull'erba. L'adolescente si chiama Tristan e, con il suo fare impassibile e risoluto, convince Dylan a seguirlo lungo un cammino difficile, tra strade impervie e misteriose figure che girano loro intorno, come fossero pronte ad attaccarli da un momento all'altro. È proprio dopo essersi messi in salvo da questi strani esseri che Tristan le rivela la verità... lui è un traghettatore di anime che accompagna i defunti fino alla loro destinazione attraverso la pericolosa terra perduta. A ogni anima spetta il suo paradiso, ma qual è quello di Dylan? L'iniziale ritrosia di Dylan e l'indifferenza di Tristan si trasformano a poco a poco in fiducia e in un'attrazione magnetica tra i due ragazzi che non sembrano più volersi dividere. Arrivati al termine del loro viaggio insieme, Dylan proverà a sovvertire le regole del suo destino e del mondo di Tristan, pur di non perderlo.
RECENSIONE
Si parlava molto
e si parla tuttora di questo titolo, che solo dalla cover e dalla trama aveva
conquistato una grande fetta dei lettori, tale che le aspettative di molti
erano davvero alte a causa del concept di base che veniva presentato come super
particolare. Oggi si sentono tanti pareri discordanti su questo testo e io mi
trovo un po’ in mezzo, condividendo delle idee con entrambe le parti. Il libro sicuramente
mi è piaciuto e sono pro, ma non mi ha fatto impazzire come speravo: per
intenderci l’ho trovato una lettura carina, capace di intrattenere per qualche
oretta il lettore portandolo a voler sapere cosa succederà, ma di per sé non è
nulla di così particolare da evidenziarsi nella grande massa di Fantasy
pubblicati o da catturare in modo sconvolgente il cuore del lettore.
La storia
è sicuramente scritta molto bene, con una prosa curata e scorrevole; è un testo
che consiglio a chi cerca un romance semplice con elementi fantasy che lo arricchiscano
oppure a un pubblico giovane alla ricerca di un fantasy senza troppe pretese,
adatto quindi a questo clima estivo. Ferryman è proprio
quello che può essere considerato un esempio al 100% del tipico young adult che
andava di moda qualche anno fa, nella fase Twilight e Fallen, in cui il ruolo centrale è affidato per lo più
alla storia d’amore instalove con caratteristiche impossibili rappresentate
appunto da elementi paranormali. Non mi è per niente dispiaciuto scoprire il
mondo della McFall, ma sicuramente è una storia un po’ sottotono che avrei apprezzato
di più negli anni passati.
Le basi erano davvero super promettenti e
innovative, dando l’idea di un bellissimo retelling mitologico incentrato su un
personaggio di cui si è sempre parlato poco nei libri ma che tutti riconoscono:
Caronte, il famoso traghettatore dell’anime dei morti che, dalle leggende greco
romane fino alla letteratura italiana con Dante e poi ancora oltre, è apparso
in innumerevoli storie senza però essere mai approfondito veramente. Ebbene, la
figura maschile di Ferryman ricalca proprio questo personaggio leggendario dal
momento che Tristan è un traghettatore, il cui compito è prelevare le anime dei
defunti dal loro luogo di morte e scortarli fino all’entrata dell’aldilà.
La
protagonista femminile, di cui prevale il punto di vista, è Dylan, una ragazza di 15 anni abbastanza solitaria e che non si
trova molto bene con i suoi compagni di scuola troppo irresponsabili e “stupidi”.
Vive con la madre e dopo anni di richieste finalmente andrà a conoscere il
padre, peccato che durante il tragitto in treno muore; o meglio, non lo capisce
subito, ma sente che c’è qualcosa di strano nel fatto di essere l’unica persona
uscita viva dalla galleria nel quale c’era stato l’incidente e non capisce per
quale motivo si decide a seguire un giovane ragazzo sconosciuto, apparso dal
nulla e che la porta ad attraversare le desolate colline scozzesi, invece di
chiedere aiuto e cercare di trovare altri superstiti.
Tristan e Dylan si
trovano ad attraversare questo Limbo
carico deserto e pieno di ostacoli come i pericolosi demoni pronti a distruggere per sempre l’anima della
ragazza. Tra i due scotta fin da subito qualcosa: da un lato Dylan rimane
affascinata dal dolce traghettatore, dall’altro Tristan ha fin da subito un
comportamento diverso confronti nei di quest’anima rispetto a quello solito, poichè inizia ad
affezionarsi fin troppo, cosa che è contro la sua natura, mettendo addirittura la sua stessa esistenza a rischio pur di proteggerla.
Ferryman è’ un
libro che ci parla di morte, di amore, di un viaggio. Mi aspettavo
più azione, più analisi psicologica e introspezione dei personaggi che sono un
po’ immaturi, ma soprattutto quello che volevo scoprire di più era il
worlbuilding, che tuttavia per me rimane abbastanza marginale e sfumato rispetto al potenziale. La parte iniziale (e anche finale perché il romanzo ha una sorta di costruzione
a specchio) che costituisce la fase di passaggio tra i due mondi ci viene descritta come un luogo che ogni
volta si costruisce riflettendo a grandi linee l’idea che il protagonista ha del proprio viaggio e che solo dopo un po' comprende la sua morte (nel caso di Dylan il Limbo era rappresentato da un solitario paesaggio scozzese); soltanto nella parte centrale del romanzo vengono date più informazioni sul mondo
ultraterreno vero e proprio per come è immaginato dalla scrittrice nella sua particolarità, ma sono solo pochi capitoli.
Nonostante i piccoli difetti, ho una visione positiva
del testo e rimango del parere di voler continuare
la serie e vedere cosa racconterà l’autrice nei prossimi volumi.
VOTO
⭐️⭐️⭐️.75