Buongiorno lettori. Finalmente vi parlo di questa mia bellissima lettura a tema Halloween, che ho scelto proprio perché, nonostante non fosse un horror, le sue atmosfere distopiche erano perfette per la stagione. Si tratta del primo volume della serie di The Last Girl scritto da Joe Hart ed edito La Corte Editore, che ringrazio per la gentilezza e per avermi omaggiato con questa copia.
Titolo: The Last Girl
Autore: Joe Hart
Serie: Dominiom serie
Casa Editrice: La Corte Editore
Genere: Distopico
Pagine: 397
Prezzo: 16,90
TRAMA
Una misteriosa epidemia ha ridotto il numero di donne sulla terra a meno di 1.000. Le sopravvissute sono state isolate e tenute rinchiuse in un centro scientifico e, da oltre vent'anni, vengono trattate come cavie. Zoey, che ha sempre vissuto da prigioniera è determinata a fuggire prima di essere sottoposta a dei successivi test dai quali nessuna è mai tornata. La fuga sembra essere un'impresa impossibile e, in più, anche se avrà successo, Zoey non sa cosa la potrà aspettare fuori da quelle mura, in quel nuovo e inospitale mondo di cui non sa assolutamente nulla, se non le bugie con le quali è stata cresciuta. Zoey, che potrebbe essere una delle ultime speranze di salvare l'umanità, sarà costretta così a tirare fuori una forza e una brutalità che non pensava di avere per salvare innanzitutto se stessa e provare a conquistarsi quella famiglia che non ha mai avuto.
RECENSIONE
" Il momento in cui ti arrendi è quando inizi a morire."
The Last Girl è uno dei libri più belli che ho letto quest’anno e
sicuramente uno dei migliori esempi di genere distopico. Chi mi segue da molto
tempo avrà capito che è uno dei miei generi preferiti e a cui sono affezionata
proprio perché Hunger Games è stata la prima saga che ho letto. Questo fa sì
che le mie aspettative siano sempre alte e devo dire di non essere stata per
niente delusa da questo libro, anzi si è rivelato meglio di quanto già mi
aspettassi. Una storia che prende tutti gli elementi migliori del genere e li
unisce in modo eccellente, riuscendo a mantenere comunque l’elemento sorpresa
in quella che a prima vista sembrerebbe una storia già sentita su un cruento futuro
“apocalittico”.
Le vicende, a metà tra
quelle del “Racconto dell’ancella” , “Hunger Games” e “the Maze Runner”,
vengono raccontate in modo dettagliato e realistico; l’autore non addolcisce le
scene, anzi sottolinea senza mai eccedere l’elemento cruento e drammatico di una
situazione di controllo totale, in cui ogni azione può diventare pericolosa
anche per chi ci sta intorno, in cui il desiderio di libertà diventa forte al
tal punto di rischiare tutto pur di provare a scappare. Un mondo in cui le
donne non hanno spazio di agire.
"Noi apparteniamo al bene più grande. Viviamo per la possibilità di ricostruire il mondo che non è più. Non ci allontaneremo dalla via tracciata."
Ci troviamo in un futuro in cui un misterioso virus ha quasi del tutto
annullato il numero di bambine nate, mettendo a rischio l’intera specie umana.
Zoey è una delle poche donne rimaste in vita; è stata presa fin da piccolissima
e vive nella base di ricerca insieme ad altre 5 ragazze che il governo è
riuscito a mettere in salvo dall’epidemia. La loro vita è destinata al
soddisfare il “bene superiore”: vivono ogni giorni costantemente controllate dalle
guardie, dai medici e dal loro Custode personale, studiano i valori e la storia
del loro paese (o almeno quelli rivisti e corretti dal comando generale),
svolgono delle attività utili alla base e si tengono in allenamento (sane in
modo da garantire la salute della progenie, ma non troppo in forze per
ribellarsi), il tutto in attesa del giorno X, ossia il compimento del 21° anno
di età, quando potranno accedere all’ultimo piano e riunirsi con la loro
famiglia, vivendo felici fuori dalle mura del laboratorio. O almeno questo è
quello che gli fanno credere.
" Il suo orizzonte è ormai diviso in due:
uno di libertà e uno di morte. Non c’è nulla nel mezzo."
Tutti hanno
dei sospetti, soprattutto a causa delle rigidissime regole che impediscono loro
ogni cosa e ogni possibile decisione, ma quasi nessuno pensa che la situazione
sia così brutta da ribellarsi e rischiare le terribili punizioni imposte. La
nostra protagonista è sempre stata riluttante verso tutto ciò che la circondava,
aveva dei sospetti sulle promesse di un futuro migliore, ma non può parlarne
con nessuno perché non può fidarsi del prossimo. Perfino il suo Custode a cui è
molto legata e che rischierebbe la vita per proteggerla è totalmente fedele al
Direttore; l’unico che sembra capirla un po’ è Lee, proprio il figlio del suo
Custode, colui a cui non può avvicinarsi troppo a causa delle regole e per cui
inizia a provare qualcosa. Più il conto alla rovescia va avanti, più Zoey trova
le crepe nella facciata costruita dalla NOA e pensa a una via di fuga e alla
vendetta per tutte le crudeltà di questo sistema sbagliato, ma la ragazza non
ha alleati e non ha occasioni per scappare, non prima del giorno fatidico.
Solo dopo terribili eventi, riuscirà a fuggire dal complesso e così la
nostra protagonista scopre che la verità è ben più crudele di quanto si poteva
aspettare: le ragazze sono semplici cavie da laboratorio, oggetti sfruttate per
ripopolare il mondo e trovare una soluzione all’inspiegabile mancanza di nascite
femminili; tenute all’oscuro di ciò che veramente succede ed è successo nel
resto del mondo e nelle loro vite passate, vengono tenute in ostaggio e poi
uccise una volta che non sono più utili. Zoey sfiderà ogni paura, ogni incubo e
ogni limite per trovare un posto sicuro e quando grazie alla fortuna sembra
aver trovato la pace e delle persone per bene, è disposta a sacrificare la sua
stessa vita pur di salvare le sue vecchie compagne e tornare nell’inferno da
cui era riuscita ad uscire a stento, mettendosi a capo di un gruppo di ribelli.
" Quanto vale una vita? "
The last girl è la storia di una corsa contro il tempo e contro
tantissimi pericoli, una lotta contro la fame, la natura, la crudeltà di uomini
spietati dentro e fuori le mura del laboratorio, i limiti della scienza, sofferenza e dolore, ma è
anche una storia che parla di amicizia, solidarietà femminile e della forza di reagire delle donne
in un mondo difficile.
Zoey è una vera eroina, un personaggio che ho amato in ogni sua scelta perché
è descritta in modo così realistico e umano che non potete fare a meno di
trovarmi in sintonia con lei. Da un lato è una badass, coraggiosa e intelligente,
dall’altro è un animo buono, sensibile e spesso fragile, come dimostra nei
confronti della sua amica meno fortunata. Nonostante tutto non si fa abbattere
dalle difficili situazioni e prova con tutte le sue forze a ottenere la libertà
per lei e per le sue compagne, anche quelle che non lo meritano a causa dei
loro precedenti e ingiustificabili comportamenti spietati. Non è perfetta, anzi
prende scelte sbagliate, si fa prendere dalla paura e dalla rabbia, diventando
a sua volta un’assassina piena di rimorsi, ma è vera e giusta nel contesto
generale nel quale agisce.
Lo stile di scrittura con una narrazione in terza persona mi è piaciuto
moltissimo; è fluido, ricco di descrizioni, ma soprattutto azioni, colpi di
scena e spunti di riflessioni, con personaggi ben caratterizzati e un’ambientazione
con la giusta dose di ansia quasi da thriller. Unica pecca ho trovato un po’
affrettata la piccola storia d’amore, ma spero che nel secondo volume venga
analizzata meglio. Nei prossimi giorni mi immergerò appunto nella lettura
del secondo volume perché dopo un finale del genere ho bisogno di sapere che
cosa accadrà e fra qualche settimana uscirà anche il terzo e conclusivo volume
di questa saga da cui mi aspetto grandi cose.
VOTO
⭐️⭐️⭐️⭐️.5
⭐️⭐️⭐️⭐️.5
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